Il potenziale innovativo di Lactobacillus rhamnosus LR06, Lactobacillus pentosus LPS01, Lactobacillus plantarum LP01, e Lactobacillus delbrueckii subsp. delbrueckii LDD01 nel ripristinare l’ "effetto barriera gastrica" in pazienti cronicamente trattati con PPI: uno studio pilota.
Del Piano M 1, Anderloni A, Balzarini M, Ballarè M, Carmagnola S, Montino F, Orsello M, Pagliarulo M, Tari R, Soattini L, Sforza F, Mogna L, Mogna G.
ABSTRACT:
BACKGROUND:
La sindrome da reflusso gastroesofageo è una patologia molto diffusa. In Europa, si stima che siano circa 175 milioni di persone a soffrire di questa malattia e ad assumere cronicamente farmaci per aumentare il pH gastrico. Gli inibitori della pompa protonica (PPI) quali omeprazolo, lansoprazolo ed esomeprazolo sono la tipologia di farmaco più utilizzato a questo scopo. Tuttavia, l’inibizione della normale secrezione acida gastrica ha importanti effetti collaterali, e la principale è una maggiore proliferazione batterica nello stomaco e nel duodeno, con una concentrazione di > 10⁵ cellule vitali / ml. Come principale conseguenza di questo, molti batteri nocivi o patogeni presenti in alcuni alimenti potrebbero sopravvivere al transito gastrico e colonizzare lo stomaco stesso, il duodeno, o l’intestino, dove potrebbero creare infezioni acute e persino croniche, con conseguenze inevitabili per la salute dell’ospite. In altre parole, l’effetto "barriera gastrica" risulta fortemente ridotto o addirittura arrestato. Ad oggi, non esistono delle vere e proprie strategie per affrontare questo problema diffuso, anche se ancora relativamente poco conosciuto. Lo scopo di questo studio è confermare la proliferazione batterica gastrica nei consumatori PPI a lungo termine e di valutare l’efficacia di alcuni batteri probiotici, appartenenti ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium, nella riduzione della proliferazione batterica gastrica e duodenale, e nel parziale ripristino dell’effetto barriera gastrica contro i batteri patogeni di origine alimentare.
METODI:
A questo scopo, i probiotici con una forte attività inibitoria dimostrata su batteri gram-negativi, come Escherichia coli, sono stati testati in uno studio clinico che ha coinvolto 30 soggetti trattati con PPI per un periodo da 3 a 12 mesi consecutivi (a breve termine) o >12 mesi consecutivi (a lungo termine). Sono stati coinvolti altri 10 soggetti che non assumevano PPI e usati come gruppo di controllo rappresentante la popolazione generale sana. Quattro probiotici selezionati di Probiotical SpA (Novara, Italia), ovvero Lactobacillus rhamnosus LR06 (DSM 21981), Lactobacillus pentosus LPS01 (DSM 21980), Lactobacillus plantarum LP01 (LMG P-21021), e Lactobacillus delbrueckii subsp. delbrueckii LDD01 (DSM 22106) sono stati somministrati per 10 giorni ai 10 soggetti trattati con inibitori della pompa protonica per >12 mesi (gruppo B). Nella formulazione è stata inclusa anche N-acetilcisteina (60mg), alla luce dei suoi ben noti effetti meccanici sui biofilm batterici. Una gastroscopia è stata eseguita in tutti i gruppi (A, B, C, e D) all’inizio dello studio (d0) e dopo 10 giorni (d10) solo nel gruppo B; cioè, alla fine della somministrazione con probiotici. È stato quantificato il totale in cellule vitali e Lactobacillus totali nel succo gastrico a da biopsia per brushing duodenale in tutti i soggetti. I risultati sono stati confrontati tra tutti i gruppi e i soggetti di controllo (gruppo D) per confermare la proliferazione batterica. È stato effettuato anche un confronto tra d0 e d10 nel gruppo B per quantificare l’efficacia dei 4 probiotici somministrati per 10 giorni. Sono stati raccolti campioni fecali da tutti i gruppi a d0, compresi i soggetti non trattati con inibitori della pompa protonica, e nel gruppo B solo a d10. In tutti i campioni fecali sono state quantificate le classi batteriche specifiche, vale a dire enterococchi, coliformi totali, E. coli, muffe, lieviti.
RISULTATI:
I risultati raccolti hanno confermato una forte proliferazione batterica in stomaco e duodeno delle persone trattate con PPI rispetto ai soggetti con una normale acidità intragastrica. Vale anche la pena notare che la conta delle cellule batteriche in soggetti che hanno subito un trattamento a lungo termine con PPI risultano maggiori rispetto ai risultati ottenuti dai soggetti che assumono questi farmaci da 3 a 12 mesi. L’assunzione di 4 specifici ceppi probiotici con attività antagonista marcata verso 5 biotipi di E. coli, compreso il ceppo enteroemorragico O157:H7, ed una quantità efficace di N-acetilcisteina (NAC) è stata in grado di ridurre significativamente la proliferazione batterica nei soggetti trattati con PPI a lungo termine. Il totale dei lattobacilli ha rappresentato la maggiore percentuale di conta batterica, dimostrando così la capacità di tali batteri di colonizzare stomaco e duodeno, almeno temporaneamente, e quindi ripristinare l’effetto di barriera gastrica. Nei soggetti trattati con PPI (gruppo B) è stata registrata una diminuzione significativa di enterococchi fecali, coliformi totali, E. coli, muffe, lieviti dopo somministrazione con probiotici (d10) rispetto al basale (d0). Questa è un’ulteriore conferma dell’effetto barriera esercitato a livello dello stomaco.
CONCLUSIONI:
I PPI sono i farmaci ampiamente venduti e utilizzati in tutto il mondo. Tuttavia, l’uso cronico di questi farmaci espone il soggetto al rischio di infezioni di origine alimentare poiché la maggior parte dei patogeni è in grado di sopravvivere al transito gastrico grazie alla neutralizzazione della fisiologica acidità gastrica da parte dei PPI.